
dire la verità detta non volevano la dicessi
[iscrizione incisa su una parete della segreta detta "inferno"; frequente implorazione dei sottoposti al giudizio della fune]
Nell'ammezzato dell'ala destra del Palazzo dei Commissari granducali o Pretorio sono collocate le sette carceri "segrete", mentre al piano terra sul lato sinistro del cortile interno a lato dello scalone sotto il portico sono le due pubbliche.
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Mala Mansio quivi habitare iscrizione a "sanguigna" |
Dalla lettura dei tanti processi conservati nelle filze degli atti criminali si possono identificare i nomi delle varie celle segrete in cui, come in un "percorso delle pene", venivano di volta in volta segregati gli imputati. Le tre segrete poste al piano terra vengono chiamate:
• "secreta terrena" detta "la chiocciola" o "secreta a capo di scale"; entrambi i nomi derivano dal fatto che è situata ai piedi della scala a chiocciola a doppia elicoide;
• "secreta da basso" o "il cannone";
• secreta detta "la piana".
Le tre segrete poste al piano ammezzato vengono chiamate:
• segreta detta "l'inferno"; è una cella completamente buia e l'unica finestra esistente è corrispondente ad uno "spasseggio"; dagli atti processuali si desume venisse utilizzata per sottoporre l'indagato ad un interrogatorio pressante affichè "dicesse la verità", un vero e proprio "terzo grado" antelitteram, non a caso sulla parete della finestra è incisa una frase simbolicamente significativa "dire la verità detta non volevano la dicessi".
• segreta della "camorcina" che pare avesse in origine funzione di cappella (fino a che nel 1622 venne costruita la cappella al piano nobile del palazzo)
• "secreta grande" detta anche "il secretone".
La settima segreta con accesso solo dalla scala a chiocciola era chiamata
• "lumaca" ma anche "il paradiso".
Al centro della volta a botte è raffigurato un grande crocifisso a "nerofumo" che spicca tra le numerose altre croci che costellano i muri laterali.
Nella parete di fondo vi è raffigurata una città in cui si distinguono ai lati estremi della composizione urbana due bastioni collegati da un ponte sopra un porto marittimo (si notano delle barche in navigazione). La città rappresentata potrebbe essere Livorno in cui i condannati all'esilio e all'espropriazione dei loro beni venivano inviati per essere destinati a remare a vita nelle galee del granducato. Sulla destra si nota un edificio con torre sovrastato dalla scritta RICORDA, una sorta di monito per gli ospiti di questa segreta.
in questo dettaglio si vede in alto a destra la scritta a sanguigna RICORDA e sotto il disegno di edificio che potrebbe raffigurare il Palazzo dei Commissari di Terra del Sole.
Il disegno della città mostra dei bastioni posti a difesa di un ponte sotto al quale si notano delle inbarcazioni.
La volta a botte della segreta detta "il paradiso"
Il grande crocifisso è sovrascritto da frasi che forse alludono alla confessione sotto torturanon entrar qui per dir io non lo dirò
che tu lo dirai voia tu o no

W Piero di Facumo da monte Aloise chè stato
da 25 ai marzo in qua et fu
etè stato menato alla Terra del Sol
Nella parte opposta a quella di fondo a fianco dell'entrata della cella e posta verso il cortile del Palazzo compare un'altro grande crofisso disegnato a sanguigna
Anche in questo crocifisso compiano gli strumenti della passione. Ai lati i flagelli a tre palle tipici dei membri delle compagnie dette appunto dei flagellanti. Al centro gli strumenti della tortura, il martello, le tenaglie, il ferro rovente, la scala per la "fune". Questa iconografia aveva l'evidente scopo di evocare e minacciare la tortura se non si diveva la "verità che si volva si dicesse". Ma nello stesso tempo invocava anche pietà dalle autorità politiche e religiose.
Le pubbliche a loro volta erano chiamate:
• "cameraccia pubblica" o "prigione pubblica";
• "carceri pubbliche delle donne".
Le "secrete" sono ambienti molto angusti (mediamente di 15 m² di superficie), chiuse da pesanti porte basse, in legno di rovere rivestite di lastre di ferro con uno spioncino centrale e di un chiavistello molto pesante, tutte con "volta a botte" e presentano numerosissime scritte e disegni, graffiti o dipinti a sanguigna o a nerofumo.
Le finestre delle "secrete" sono a strombo e a bocca di lupo, munite di doppia inferriata a doppio snodo e fissate a piombo.
La quantità di incisioni, disegni e scritte sulle pareti, sulle volte ed anche nei pavimenti costituiscono una sorta di "archivio di pietra". Molte di queste scritte si ritrovano citate nelle relazioni degli atti processuali.
Molti disegni che "decorano" le segrete hanno sicuramente una funzione dissuaviva alle reticenze degli imputati.
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