Le strade della Romagna



 Le strade della Romagna, tanto maestre che traverse, sono tutte perfide, sassose, strette, pericolose e tutte rotte e dilavate dalle acque, e non possono essere altrimenti in quei botri e dirupi continui ...  [Relazioni sul governo di Toscana di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, 1777]

Anche una viabilità obsoleta, arcaica e inadeguata, neanche barrocciabile, con collegamenti radi sia nelle vallate fra i vari centri urbani e da questi alla “dominante” attraverso degli impervi valichi del crinale appenninico, hanno reso ingovernabile per secoli la “Provincia di Romagna” relegandola a ruolo marginale di terra di frontiera. 

Le popolazioni residenti nelle terre romagnole dominate da Firenze hanno così continuato a mantenere stretti legami con quelle pontificie legati dal dialetto comune, dalle tradizioni popolari, dalle pratiche e dagli strumenti di lavoro.
“... aperta in direzione degli Stati della Chiesa, mal protetta da confini che a larghi tratti non erano barriere naturali e non potevano bloccare il passaggio di banditi e contrabbandieri, né più legittimi legami tra le popolazioni della zona (…) In diversi Statuti si accenna alla frequente contrazione di legami matrimoniali tra abitanti della Romagna granducale ed abitanti delle vicine terre dello Stato della Chiesa (…) ove vengono esplicitamente formulate delle regole particolari per il vestire di coloro che contraggono matrimonio con abitanti degli Stati della Chiesa”.
[Elena Fasano Guarini “Alla periferia del Granducato mediceo”, “Studi Romagnoli”, 1968, Vol. XIX, p. 380]


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