Statistica 1861


Statistica 1861 - 62 Busta 45 - 50
Terra del Sole 26 maggio 1862
Ill.mo gonfaloniere
Per soddisfare alle ricerche che interessano il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio la Giunta di Statistica di questo Comune fa osservare che lo stato dei seminativi in questo territorio all’aprirsi della primavera offriva le apparenze della più florida vegetazione.
Coll’innalzare della stagione primaverile però mancarono le desideratissime pioggie, per cui, segnatamente nella parte montana, le speranze dovettero dar luogo a fondati dubbi sulla empità dei raccolti, sia per la tenuta che presentano le spighe dei cereali. Sia per la brevità dello stelo che è fonte di prodotto tanto necessario al sostentamento di bestiame nella stagione invernale.
Le invocate pioggie finalmente rallegrarono in nostro suolo, ma troppo tanti per influire a correggere gli effetti deplorati della tardanza, o almeno efficaci solo a rinviarsi in parte.
Lo sviluppo del granturco è finora lodevolissimo, mai i prati artificiali, come ogni altra maniera di fieni ebbero a provare come si notò pei cereali troppo soverchiamente il ritardo delle pioggie, finché nella generalità sarà a deplorasi grande difetto né foraggi.
Le piantagioni primaverili furono compiute in circostanze favorevoli, e presentano fin qui un aspetto ridente.
Né bestiami non abbiamo nella Comunità a lamentare veruna sorta di malattia.
La crittogama delle uve pare in diminuzione. Fino al presente non se ne conosce traccia e l’avanzare della malattia fu con soddisfazione notato progredire anche nell’anno rurale decorso, benché queste popolazioni  agricole non abbiano ricorso mai a ogni ravisati espedienti di sulfurazione che d'altronde diedero così lodevoli risultati in altre Provincia.
[Nessuna innovazione è arrecata nelle industrie agricole dall’uso che seguirano i nostri maggiori; e forse ciò è attribuibile alla completa deficienza di mezzi di trasformazione de’ nuovi sistemi e delle novelle teorie. E giova sperare che la istituzione di una scuola rurale nella vicina città di Forlì, che si annuncia prossima, arrecherà utili contraccolpi anche a queste popolazioni].
La significatissima sventura che ci colpisce è attribuibile alle infermità che susseguono i vari sviluppi al verme da seta, fonte primigiatisssima di ricchezza per questo territorio. E’ cosa da non mettere in dubbio fra noi che la malattia che ci priva di quella risorsa varrà procedendo gigantescamente, sia per non aver luogo la nascita del verme, sia per soccombere il verme nato nelle varie fasi del suo sviluppo, sia finalmente per non aver la forza sufficiente onde poter reggersi nel corpo. Ne’ gli sforzi lodevoli di parecchi operosissimi Possidenti furno quasi coronati di successo. Perché il richiamo di vermi dà luoghi ove dicasi non apparsa la malattia, e persino dalle Sponde Orientali non diedero quel risultato che tanta solerzia era in diritto di ripromettersi.
Il più sentito e universale bisogno di questo territorio sarebbe quello di provvedere a tanta avversità, lacuna importantissima nelle finanze de’ Possidenti e degli agricoltori.