PAYSAN MÉTAYER (contadino mezzaiolo) de la Commune de Rocca San
Casciano (Romagne-Toscane – Italie) osservazioni raccolte sul luogo nel
1879-80 e note complementari del 1895 di G.P. Assirelli dottore in legge,
avvocato ed ex docente di scienze economiche negli istituti Tecnici Italiani –
Parigi 1896 – traduzione dal francese di Armando Ravaglioli in “I quaderni
dell’Acquacheta vol 1 anno 1986
Un suolo
frastagliato da colline ripide, qualche altopiano, vallate strette e profonde
nel cui fondo scorrono i torrenti che alimentano il fiume che attraversa la
valle principale, villaggi costruiti qua e là lungo i corsi d’acqua: questa è
la fisionomia generale di quasi tutta l’alta Romagna, chiamata, a causa della
circoscrizione amministrativa di cui fa parte, Romagna Toscana. In tutta la
campagna si trovano case sparse, terreni coltivati, boschi più o meno estesi.
L’occhio resta incantato dalla varietà dei siti, mentre lo spirito non può non
meravigliarsi per il risultato dell’uomo, il quale ha trasformato in campi
ridenti e fertili terreni rudi e selvaggi.
I lavori agricoli occupano la
maggior parte della popolazione; la rimanente attività si concentra sugli
importanti mercati dei bozzoli da seta … , le fiere di bestiame …, i mercati di
grano, granturco, ecc … Nella classe operaia la più importante categoria è
rappresentata dai contadini. La mezzadria … domina in maniera assoluta.”.
Dovendo
parlare di tutti coloro che lavorano la terra in questa regione, dobbiamo
anzitutto fare una distinzione fra due categorie. La prima comprende i
contadini o coloni ed è la più numerosa. La seconda è quella dei braccianti.
Nella
prima rientrano tutti coloro che vivono in campagna e sfruttano un podere;
nella seconda coloro che abitano nei villaggi e vivono del loro lavoro senza
essere fissi al servizio dei contadini.
Tra queste due
classi si trovano i mezzaioli che partecipano dell’una e dell’altra condizione
…
Nella formula della mezzadria la famiglia risiede sul fondo stesso dove
lavora …
Non è facile distinguere il lavoro dell’uomo da quello delle donne e
dei bambini fuori di casa; basta tener conto dell’età e delle forze di
ciascuno. Tutti i membri della famiglia lavorano nei campi e per i campi. Fin
da giovani, i contadini iniziano la loro carriera, senza dubbio autonoma, ma
spesso penosa, custodendo le bestie. Da uomini maturi essi impegnano le loro
forze nei campi che fecondano con il sudore della loro fronte; fattosi vecchi,
riprendono le occupazioni nelle quali avevano passato l’adolescenza, all’inizio
della loro vita faticosa …
Dal momento
che la semente è affidata alla terra fino al giorno del raccolto il contadino
resta occupato nel campo …
Quanto al lavoro delle donne, esso consiste nello
zappare, vangare, rastrellare, legare, aiutare a batter il grano al momento del
raccolto; gli uomini raccolgono le foglie del gelso e le trasportano a casa; le
donne curano i bachi da seta in tutte le fasi della loro evoluzione fino a che
essi si trasformano in bozzoli; tocca pure a loro condurre le vacche e le
pecore; ancora, fanno il formaggio, filano e tessono il lino, la canapa, il
cotone, la lana … il contadino in inverno lavora nella casa, ripara o fa le
calzature, restaura i mobili, esercita ogni genere di piccole industrie …
Il contadino
in generale non si cura molto della pulizia della persona né di quella degli
abiti. Tuttavia le donne tengono la casa sempre pulita e la biancheria degli
uomini molto linda … Senza dubbio l’abitazione è un po’ stretta e il letamaio
vi è troppo vicino
Diritti del contadino - Godimento
gratuito dell’abitazione, delle sue dipendenze, dell’orto, del bosco, se
esiste, nei limiti del fabbisogno familiare; egli ha la facoltà di allevare
polli; infine ha diritto a metà dei raccolti e della metà degli utili derivanti
dal bestiame che è fornito dal proprietario.
Obblighi - Il contadino
deve coltivare il podere del tutto a sue spese, fare i raccolti, trasportarne
la metà al granaio del padrone, provvedere alla manutenzione delle costruzioni,
rimpiazzare con l’accrescimento naturale i vuoti che si creino nel bestiame.
Inoltre egli deve custodire i boschi, regalare al proprietario alcune paia di
polli, versargli una piccola somma a titolo di “gravezza” (canone), quale
riconoscimento d’interesse per il capitale che il proprietario immobilizza nel
podere.
Religione e abitudini morali - Il contadino osserva come
può le pratiche religiose. La domenica va alla parrocchia per ascoltare la
messa; spesso ritorna per assistere ai vespri. Il riposo della domenica e delle
altre feste d’obbligo è osservato quasi universalmente. Il solo lavoro che ci
si permette consiste nelle cure del bestiame. Le feste più importanti dal punto
di vista del riposo e degli esercizi di pietà sono il Natale, la Pasqua, le
Rogazioni e il Corpus Domini. Quel giorno il contadino sparge i fiori raccolti
nei campi per tutte le strade in cui passerà il santo Sacramento. … La donna
sposata non dà mai del tu al marito. …
Igene e servizi per la salute - I componenti della famiglia sono di costituzione molto robusta. Senza
dubbio l’abitazione è un po’ stretta e il letamaio vi è troppo vicino …
Il contadino
in generale non si cura molto della pulizia della persona né di quella degli
abiti. Tuttavia le donne tengono la casa sempre pulita e la biancheria degli
uomini molto linda. I contadini hanno una scarsa fiducia nella scienza del
medico … Si dice generalmente che il contadino fa chiamare il medico quando
sarebbe arrivato il momento di far venire il prete, ed è vero. Bisogna poi
dire, che in caso di incidente, il contadino preferisce ricorrere agli
individui che, essendo nati in certi giorni dell’anno, sono ritenuti possedere
la virtù di guarire con alcuni segni le conseguenze di cadute, le bruciature,
le ferite di ogni genere.
Lavori e industrie - Nella formula della mezzadria la famiglia risiede sul fondo stesso
dove lavora. …
Non è facile distinguere il lavoro dell’uomo da quello delle
donne e dei bambini fuori di casa; basta tener conto dell’età e delle forze di
ciascuno. Tutti i membri della famiglia lavorano nei campi e per i campi. Fin
da giovani, i contadini iniziano la loro carriera, senza dubbio autonoma, ma
spesso penosa, custodendo le bestie. Da uomini maturi essi impegnano le loro
forze nei campi che fecondano con il sudore della loro fronte; fattosi vecchi,
riprendono le occupazioni nelle quali avevano passato l’adolescenza, all’inizio
della loro vita faticosa. Con tale sistema non si può certamente lamentare che
i bambini, le donne e i vecchi restino inattivi in casa.
Chi non
conosce la vita della campagna rimane sempre sorpreso nel vedere dei grandi
buoi obbedire alla voce di un bambino di sette anni che li custodisce al
pascolo …
Quanto al
lavoro delle donne, esso consiste nello zappare, vangare, rastrellare, legare,
aiutare a batter il grano al momento del raccolto; gli uomini raccolgono le
foglie del gelso e le trasportano a casa; le donne curano i bachi da seta in
tutte le fasi della loro evoluzione fino a che essi si trasformano in bozzoli;
tocca pure a loro condurre le vacche e le pecore; ancora, fanno il formaggio,
filano la lana …
Dal momento
che la semente è affidata alla terra fino al giorno del raccolto il contadino
resta occupato nel campo …. A seconda degli anni, la semina del frumento
anticipa o ritarda; ma in linea di massima si può dire che essa termina con la
festa dei Santi. Allora arriva l’inverno che copre tutto con il suo mantello
spesso e bianco. Il contadino in questo periodo lavora nella casa, ripara o fa
le calzature, restaura i mobili, esercita ogni genere di piccole industrie. Le
donne filano e tessono il lino, la canapa, il cotone, la lana.
In Marzo si
comincia a curare la vigna, si preparano i campi, si semina il mais, i
“marzatelli” (le piante che debono esser seminate a marzo), i fagioli ecc. …
Luglio arriva e il contadino comincia a raccoglie i frutti del suo lavoro:
frumento, marzatelli, mais, frutta, uva (in ottobre) ecc. … In autunno egli
vanga per seminare il mais: il suo lavoro nei campi termina quando tutto il
terreno è seminato.
Industrie esercitate dalla famiglia - Ai lavori della coltivazione si affiancano le industrie accessorie
come l’allevamento dei bachi da seta, e
del bestiame, la filatura della lana, la fabbricazione del formaggio.
La produzione di cesti di vimini, di carriole
ecc. rappresenta una serie di piccole industrie cui i contadini si dedicano
quando il lavoro originario lascia loro tempo, specialmente di inverno.
Alimenti e pasti - La sobrietà
costituisce il dato fondamentale del carattere e del comportamento del
contadino .
La polenta è la base
della sua alimentazione. La farina di frumento è impegnata quasi unicamente nel
periodo dei grandi lavori di mietitura e vendemmia. Il contadino allora ammazza
qualche pollo, acquista un po’ di carne bianca, beve vino, fa qualche
bisboccia. Fuori di queste occasioni, egli consuma carne solamente nelle feste
solenni, come Natale e Pasqua. La polenta viene condita con lardo, cipolla e
formaggio. I Più poveri la mangiano senza altri condimenti che il sale e
l’aglio.
Si fa pure, con la farina di granturco, una sorta di dolce che sia
chiama pieda, una schiacciata larga
e sottile, composta di farina di mais e di frumento ben mescolate che si mette
a cuocere su un’apposita lastra di pietra o di coccio. Verso la fine
dell’autunno, i contadini più agiati sono soliti fare della pieda, alimento pesante ma appetitoso,
aggiungendovi un miscuglio di zucca cotta, di lardo, di cipolla e di spezie. Il
piatto si chiama tortelli sulla lastra;
lo si mangia soprattutto per Ognissanti.
Ci si serve
della farina di frumento non soltanto per farne pane o zuppa, ma anche per
ricavarne una pasta con acqua e uova, tirandone, con uno strumento detto sciadur, delle sfoglie larghe e molto
sottili che si tagliano per i differenti tipi di minestra; generalmente la si mangia
con i fagioli; i più agiati la fanno cuocere in un brodo di carne.
Il vino è
generalmente prodotto con uva di seconda o terza qualità. Il migliore viene
venduto e il ricavato serve per pagare i fornitori o per acquistare quanto
occorre per confezionare calzature ed abiti. Generalmente li contadino fa
quattro pasti al giorno…
Ricreazione - Le distrazioni
che il contadino si può permettere non sono numerose. Le maggiori sono quelle
che egli si concede all’epoca dei grandi raccolti, della mietitura, della
vendemmia, nel momento cioè in cui il lavoro è più duro. Allora, soprattutto se
il raccolto è abbondante, ci si abbandona a manifestazioni di gioia che si
traducono in grida, in canti, in balli sull’aia, accompagnati dal suono del
violino o del tamburello …
Durante
l’inverno è diffuso tra i contadini agiati l’uso di fare la “veglia” che si
tiene in cucina, nella stanza più grande della casa, e non già nelle stalle
come si usa in pianura.
I contadini
trovano, poi, altre distrazioni nelle fiere che si tengono in coincidenza di
solennità religiose come il Corpus Domini o l’Ascensione. Nei periodi in cui vi
sono meno lavori in fattoria, passano parecchie ore nei borghi e nei paesi
vicini, oppure nella parrocchia; seguono le processioni, e passano il tempo
chiacchierando e mangiando lupini e castagne. I meno tranquilli frequentano le
osterie e fumano la pipa … La stessa cosa succede per le feste maggiori come
quella del Perdono d’Assisi (2 ottobre), dell’8-9 ottobre, del 15 novembre ecc.
Allora si balla anche in piazza e le ragazze accettano normalmente di farsi
condurre al ballo dal fidanzato o da colui che, dopo la festa, lo diventerà
certamente. Questi balli pubblici sono d’importazione e provengono dalla bassa
Romagna, dove si tengono normalmente tutte le domeniche. …
Testo originale: PAYSAN MÉTAYER (CONTADINO MEZZAJUOLO) DE LA COMMUNE DE ROCCASÀNCASCÏANO (ROMAGNE-TOSCANE — ITALIE) OUVRIER TENANCIER ' DANS LE SYSTEME DES
ENGAGEMENTS VOLONTAIRES PERMANENTS d'après LES RENSEIGNEMENTS RECUEILLIS
SUE LES LIEUX EN 1879-1880 AVEC DES NOTES DE 1895 PAR M. J.-P.
ASSIRELLI Docteur en Droit, Avocat, Ex-Professeur de sciences
économiques dans les Instituts techniques du Royaume d'Italie - pp.189-233
in: Les Ouvriers des deux mondes : études sur les travaux, la vie domestique et
la condition morale des populations ouvrières des diverses contrées et
sur les rapports qui les unissent aux autres classes / publiées sous
forme de monographies par la Société internationale des études pratiques
d'économie sociale - 1895 (SER2,T5,FASC37 = N82)-1899 (SER2,T5,FASC45 = N91).Note : Avec titre général daté 1899.
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